Articolo a cura del Dott. Giacomo Rastelli

Fisioterapista specializzato in trattamenti fasciali

La manipolazione della fascia è una tecnica fisioterapica che si puo’ applicare sui vari distretti corporei che consiste in frizioni tissutali e massaggio trasverso da parte del fisioterapista in determinati punti.

Che cos’è la fascia?

“La fascia copre ogni struttura del corpo, creando una continuità strutturale che dà forma e funzione a ogni tessuto e organo. Il tessuto fasciale ha una distribuzione onnipresente nel sistema corporeo; è in grado di avvolgere, compenetrare, sostenere e formare il flusso sanguigno, il tessuto osseo, il tessuto meningeo, gli organi e i muscoli scheletrici. La fascia crea diversi strati interdipendenti con diverse profondità[…]”.

Bordoni B, Mahabadi N, Varacallo M. Anatomy, Fascia. 2020 Aug 10. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2021 Jan–. PMID: 29630284.

 

Tessuto connettivo areolare visto al microscopio

La fascia connettivale ricopre muscoli ed organi ed attraverso il suo collegamento trasmette le forze e le tensioni tra un segmento e un altro.

Ha la funzione di coordinare le diverse strutture corporee (muscoli, ossa e articolazioni) nel movimento e “contenere e sostenere” organi, nervi e vasi sanguigni.

Si può dire che sincronizza ogni parte del corpo e pertanto una sua alterazione può provocare una disfunzione del movimento e della coordinazione, irrigidimento e dolore (muscolare, articolare,…).

Quando è indicata la manipolazione della fascia?

Questo tipo di trattamento fisioterapico è indicato quando si verifica una alterazione di questo tessuto.

Le cause di alterazione possono essere di natura meccanica (traumi, sforzi, postura scorretta), chimica (alimentazione e farmaci) o fisica (freddo, vento).

La fascia è costituita da più foglietti sovrapposti che scorrono l’uno sull’altro grazie all’acido ialuronico, una sostanza liquida che funge da lubrificante. Quando si verifica una alterazione possono formarsi addensamenti fra i foglietti che compromettono la regolare mobilità e di conseguenza la salute di tutte le strutture coinvolte.

Quando si verifica una alterazione, a seconda della gravità, potrebbe verificarsi un’infiammazione, una irritazione nervosa, una disfunzione, oppure, limitando funzionalità e coordinamento, essere l’anticamera di un infortunio.

Per questo la manipolazione della fascia connettivale è indicata, oltre che a scopo preventivo, anche nel trattamento di molte patologie, in particolare quelle associate a dolori muscolo scheletrici, come:

  • lombalgie e cervicalgie;
  • sciatalgie;
  • irritazioni nervose (tunnel carpale);
  • disfunzioni viscerali e muscolari;
  • acufeni;
  • epicondiliti;
  • distorsioni della caviglia, fasciti plantari;
  • tendiniti, sofferenze legamentose;
  • dolori muscolari e articolari degli sportivi (sottoposti a grandi stress fisici, in periodi di carichi di lavoro elevati);
  • cefalea, emicrania, nevralgie varie.

In cosa consiste un trattamento fasciale?

Il trattamento fasciale avviene dopo una approfondita valutazione da parte del fisioterapista.

La valutazione parte dalla raccolta dei dati del paziente: la storia clinica è fondamentale per effettuare un trattamento mirato che possa risolvere le disfunzioni.

Il ragionamento clinico, che si pone alla base del trattamento, si sviluppa attraverso la raccolta delle informazioni e ci permette di lavorare sulle alterazioni del tessuto. La natura del problema può essere la conseguenza di vecchi traumi o problematiche posturali/viscerali. 

Importanti sono anche le valutazioni motorie e le apposite palpazioni nei distretti corporei che possono essere coinvolti, alla ricerca di eventuali addensamenti e densificazioni.

Una volta discusso e concordato il percorso di trattamento col paziente, identificati i punti del corpo responsabili della disfunzione, con manovre mirate che sfruttano la produzione di calore endogeno, si riattiva la funzionalità dei tessuti coinvolti.

Il fisioterapista utilizza principalmente polpastrelli, nocche e/o gomito in base alla dimensione e alla profondità della zona da trattare.

Il principio del trattamento è che attraverso la stimolazione manuale fasciale di strofinio e palpazione è possibile “sciogliere” gli addensamenti di acido ialuronico fra i foglietti della fascia e ripristinare la salute delle strutture connesse e quindi la mobilità e funzionalità muscolare ed articolare.

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Spesso si apprezza una diminuzione della sintomatologia dolorosa già dalla prima seduta, spesso associata una migliore articolarità e forza, anche se il trattamento può essere successivamente causa di indolenzimento e dolorabilità per 24-48 ore.

Solitamente le sedute avvengono con frequenza settimanale e spesso bastano 3 o 4 sedute per ridurre notevolmente la sintomatologia dolorosa.

Quando non si deve fare?

Non vi sono controindicazioni assolute all’applicazione di questa tecnica anche se è sconsigliato in caso di stato infiammatorio acuto e zona da trattare molto dolente, in caso di febbre, in caso di neoplasie ed in persone immunodeficienti o con carenze immunitarie.

Di seguito riportiamo un elenco delle principali problematiche e patologie che è bene che il fisioterapista valuti attentamente prima di effettuare un trattamento fasciale:

  • osteoporosi grave
  • processi infiammatori acuti (tumefazione, arrossamento, dolore acuto sospetto)
  • flebopatie (varici, flebiti e tromboflebiti, trombosi)
  • febbre
  • durante la digestione
  • insufficienza cardiaca con edemi agli arti inferiori
  • calcoli renali
  • neoplasie maligne
  • problemi dell’epidermide (dermatiti, eczemi)
  • durante la digestione o nel periodo mestruale
  • gravidanza


Presso il Poliambulatorio FKTherapy di Ponte Taro di Noceto, in provincia di Parma, lavora Giacomo Rastelli, fisioterapista specializzato in trattamento fasciale (I° e II° livello Stecco).

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